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SERENISSIMA FAMIGLIA DEI PRINCIPI ZOBOLI
DI CORREGGIO D'AUSTRIA

SERENISSIMA FAMIGLIA DEI PRINCIPI ZOBOLI DI CORREGGIO D'AUSTRIA


Storia, Mito e Leggenda

Storia, Mito e Leggenda


La leggenda e lo stemma
Nella storia della bassa pianura reggiana tra XI e XVII secolo una famiglia di vassalli canossani ebbe, su tutte, un ruolo di rilievo: i “da Correggio”. Una casata le cui ambizioni finirono con l’influenzare pesantemente anche la storia di Reggio Emilia e della vicina Parma, dove i da Correggio per circa un secolo, fra Duecento e prima metà del Trecento cercarono di costruire una vera e propria signoria.

Il fallimento di questo ambizioso e velleitario sogno, nulla potevano contro le mire viscontee ed estensi, finì con il determinare il grande sviluppo che Correggio conobbe a partire dalla seconda metà del XIV secolo.
Le origini della casata si perdono ancor oggi nelle nebbie dell’Alto Medioevo.
La leggenda creata a questo riguardo da Rinaldo Corso è notissima, ma merita di essere richiamata.

Secondo Corso, Giberto, ultimo fratello del Duca di Borgogna, venne inviato in Italia da Carlo Magno a combattere i Longobardi. La notte prima della battaglia, gli apparve in sogno la Madonna che gli diede una fascia bianca, cinta la quale avrebbe vinto.
L’indomani, durante il combattimento, tutta la veste si macchiò del sangue nemico ad eccezione proprio di quella fascia bianca. Da questo episodio sarebbe quindi nato anche lo stemma dalla casata.

Dopo Corso, ripresero la leggenda Sansovino (che volle quel Giberto conte di Ausburg, quindi direttamente imparentato con la dinastia imperiale), Brunorio, Bisaccioni, Colleoni e Gozzi, che introdusse una simpatica variante: non contro i Longobardi, bensì contro i Saraceni.
Zuccardi, Tiraboschi e Litta criticarono duramente e non accolsero la presunta ricostruzione storica di Corso.

Al di là di ogni considerazione, la leggenda non nasce dal nulla
Fra Quattrocento e Cinquecento gli storiografi e i poligrafi delle corti più importanti (come Corso), erano attivamente impegnati nella ricerca delle presunte o vere origini delle famiglie sovrane e non.
Risalire ai Romani era fatto comune, ma molti si ‘limitavano’ a ricercarle in tempi meno remoti, ma non per questo meno importanti.
Infatti, l’obiettivo era avvicinarsi il più possibile alle radici della casata imperiale asburgica.

La leggenda correggesca sfruttava abilmente le forti somiglianze con l’analoga leggenda delle origini degli Asburgo e del loro stemma (odierna bandiera di Stato dell’Austria), che presenta gli stessi colori rosso – bianco – rosso e la medesima disposizione su tre apparenti bande orizzontali di uguali dimensioni. Araldicamente lo stemma correggesco e quello austriaco vengono così descritti: di rosso alla fascia d’argento.
La più antica fonte ufficiale risale ad un sigillo del 1230, custodito attualmente nelmonastero di Lilienfeld (Niederösterreich). L’origine dei colori risale – secondo la leggenda più famosa – al duca Leopoldo V di Babenberg. Nella battaglia d’assedio di San Giovanni d’Acri (Ptolemais) durante terza crociata (1189–1191), il suo mantello bianco si insanguinò completamente, a parte una striscia bianca dove portava la cintura, diventando così i colori ufficiali della famiglia. Una variane vuole che sia stato Federico I di Babenberg a coprirsi di sangue nel 1197 durante la III Crociata.
Ad ogni buon conto, lo stemma asburgico venne ufficialmente adottato verso il 1230 dal nipote di Leopoldo V, Federico II duca d’Austria, ultimo della sua dinastia.
Con questo atto, adottando ufficialmente quei colori nello stemma della famiglia, egli riaffermò l’indipendenza dell’allora Ducato d’Austria dal Sacro Romano Impero e definì quindi i territori austriaci. Anche dopo la presa del potere sull’Austria dalla casa degli Asburgo, sebbene l’impero utilizzasse lo stemma nero e oro, i colori e la bandiera bianco-rossa rimasero simbolo del territorio austriaco.

Ritorniamo ai Da Correggio
Rinaldo Corso, creando la leggenda, dimostrò di conoscere in modo approfondito le fonti araldiche e genealogiche della famiglia imperiale e di saperle adattare alle presunte origini della casata correggesca.
Sempre all’ambito delle leggende, si deve ascrivere anche l’altrettanto mitica figura di un Corrado, figlio di Giberto di Borgogna, che sempre a detta di Corso e Sansovino fu Gonfaloniere della Chiesa ottenendo il titolo di conte di Correggio. Soprannominato “Difensore della Chiesa”, nell’833, per i suoi meriti, avrebbe ottenuto da papa Gregorio IV di potere traslare a Correggio il corpo di San Quirino e le reliquie dei santi Ermete, Tiburzio, Veronica e Reparata.

Fin qui la leggenda
I documenti ci parlano di una storia completamente diversa, anche se ad oggi è alquanto arduo riuscire a fissare con esattezza il momento e il luogo in cui è sorta la consorteria famigliare dei da Correggio.



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